La città di Arezzo ha una popolazione di circa 96.000 abitanti, dei quali il 12% sono bambini. L’età media della popolazione si assesta intorno ai 48 anni. Il tasso di natalità è al 6% mentre quello migratorio è al 5.2%; la somma di questi ultimi parametri rappresenta comunque un disavanzo del 2.1% anno sulla crescita della popolazione, dovuto all’elevato tasso di mortalità[1]. Il 26% delle famiglie della città vive con un ISEE inferiore ai 7 mila euro/anno[2] e l’indice di solitudine è del 35% rispetto al totale dei nuclei familiari[3]. Paradossalmente, anche se siamo più che mai connessi ai nostri schermi, alle notifiche e ai social media, le persone si sentono sempre più sole. Sfortunatamente, nel tempo, la solitudine può portare a molti problemi di salute, da malattie croniche come malattie cardiovascolari, diabete e cerebrovascolari, ad ansia, depressione, declino cognitivo e disagio mentale.
Il Sistema Pubblico di Salute può mettere in atto soluzioni semplici basate sul contatto con la natura per facilitare l’intercambio e le connessioni sociali tra le persone (Cit. J.Litt professor of Environmental Health in the Environmental Studies Program at the University of Colorado at Boulder and Senior researcher at ISGlobal). Infatti studi scientifici hanno portato alla luce l’impatto positivo che il contatto con la natura ha per esempio sul benessere mentale e psicofisico.[4]
Gli orti comunitari sono una delle forme che prende l’agricoltura nelle città ed in particolare nelle zone periurbane. Si tratta di iniziative autogestite che sono frutto di un gruppo di persone che vogliono lavorare un orto e si organizzano per trovare uno spazio idoneo, crearlo e mantenerlo[5].
La Regione Toscana, con l’Iniziativa “100mila orti in Toscana”, promossa ed approvata dalla Decima Legislatura, trasforma la percezione dell’orto urbano dichiarando che l’Amministrazione regionale promuove la realizzazione di nuovi orti ed il recupero di quelli già esistenti, trasformandone completamente il concetto e la visione. […] L’orto urbano non deve essere quindi considerato solo un pezzo di terra da coltivare; è molto di più. È un’area di aggregazione, di scambio sociale ed intergenerazionale, di didattica ambientale e di crescita culturale. È un punto di incontro fra persone differenti che possono mettere in gioco le proprie conoscenze e le proprie esperienze, dove passare il tempo e dove crescere in modo sano.
L’Orto Biologico Comunitario promosso da MaturaMente rappresenta un’opportunità per generare un ecosistema virtuoso fatto da persone che danno valore al contatto con la natura, allo stare insieme, al riscoprire e mantenere vive le tradizioni orticole, ma anche alle relazioni sociali fondate sul rispetto, l’apprendimento e la condivisione. Ogni persona che ha voglia di collaborare alla creazione di questo nuovo spazio per la città di Arezzo è la benvenuta e può contattarci tramite il nostro sito maturamente.org.
Lucia Massini
lucia.massini@maturamente.org
[1] Dati ISTAT: Statistiche Sperimentali: Previsioni comunali della popolazione Previsioni della popolazione residente per sesso, età e comune – Base 1/1/2022 – https://demo.istat.it/app/?i=PPC&l=it
[2] Elab su dati Inps, 2022
[3] Elab su dati Istat, 2021
[4] Myriam Preuss, Mark Nieuwenhuijsen, Sandra Màrquez, Marta Cirach, Payam Dadvand, Margarita Triguero-Mas, Christopher Gidlow, Regina Grazuleviciene, Hanneke Kruize y Wilma Zijlema. Low Childhood Nature Exposure is Associated with Worse Mental Health in Adulthood. International Journal of Environment Research and Public Health. 22 May 2019
[5] Cit. trad. “Manual de l’Hort Comunitari”, Ajuntament de Barcelona