Immaginiamo di voler dipingere un quadro, siamo abili pittori, ma ci vengono messi a disposizione solo tre colori, che ne so’: il bianco, il nero e il rosso. Va da sé che, per quanto bravi, avremo alcuni limiti oggettivi alla nostra espressione!
Questo è un po’ ciò che accade alle piante coltivate con metodi “industriali”: il suolo viene gestito in modo tale da fare tabula rasa di ciò che c’era (sia micro-organismi che insetti ecc.) per poi impiantare un sistema artificiale più semplice da gestire.Non voglio dilungarmi nei dettagli, potremo discuterne con i compagni di agricoltura agli orti; resta il fatto che arando il terreno, ma soprattutto somministrando i nutrienti direttamente alla pianta piuttosto che nutrire il suolo perdiamo molta della complessità e dei colori del sapore… E questo, udite udite, vale sia per il metodo tradizionale che per il biologico.
Pensiamo al complesso ecosistema che abita un suolo boschivo, è simile a una una città più o meno ricca di fermento: funghi, batteri, insetti e chi più ne ha più ne metta, tutte queste complesse relazioni danno origine a metaboliti, simbiosi tra piante e funghi e molti altri processi… mille colori diversi!
In natura sta alla pianta il lavoro di scegliere, metabolizzare e poi, solo infine, assorbire le sostanze presenti nel suolo, per poi utilizzarle; è il senso stesso della pianta: scegliere e trasformare. Infatti ogni pianta produce essudati radicali che modificano il terreno favorendo la vita di alcuni organismi e inibendone altri: si chiama rizosfera!
La vita nel suolo agrario con elementi predefiniti e assorbiti direttamente dalla pianta con la soluzione circolante somiglia terribilmente… all’ambiente ospedaliero! Piante alimentate artificialmente, con la flebo… Come farà la nostra amica a esprimersi in queste condizioni? Che colore avrà quel sapore? Un colore sbiadito, fatto per lo più di carbonio, azoto, fosforo e potassio. E io per qualche motivo mi sono convinto che anche noi umani, a furia di nutrirci di sapori sbiaditi, sbiadiamo e non possiamo esprimere le nostre naturali facoltà! E forse anche per questo oggi siamo così cerebrali…Comunque per una volta non sarò prolisso, ma se volete iniziare un orto vi invito a documentarvi sui metodi per nutrire il suolo e non le piante! Sono certo che ci prenderete
gusto!
Evviva il sapore a colori!
Alessio