Un pozzo che diventa realtà

Pozzo di MaturaMente

Nelle adiacenze del terreno sul quale stiamo costruendo l’Orto Biologico Comunitario di Arezzo c’è una splendida casa leopoldina, che un tempo deve essere stata dimora di fattori o di contadini. Oggi è Casa di Elena, una casa famiglia gestita dall’Associazione Il Casolino. Nel piazzale antistante sorge un pozzo artesiano di antica costruzione, che possiamo veramente definire un manufatto. Grazie alla preziosa e gradita disponibilità della Fraternita dei Laici di Arezzo abbiamo accesso all’uso del pozzo per l’irrigazione dell’Orto Comunitario.
Ieri avevamo deciso di andare sul posto con un agronomo e due idraulici per vedere le condizioni del pozzo e valutare l’intervento di pompaggio, stoccaggio e distribuzione dell’acqua.
Non nascondo le alte aspettative che avevamo su quel pozzo, aspettative che ieri si sono dissolte nel momento in cui ci è stato detto che l’acqua dal pozzo non arrivava ormai da due anni e si credeva che fosse secco. Sensazione di panico, susseguirsi rapido e incongruente di idee e supposizioni, tra cui: la vena della falda si è spostata, il motore della pompa si è rotto, il tubo è occluso, il mondo si sta asciugando e questa ne è la prova… Tutti attoniti davanti alla porta di legno a due ante che divide il pozzo dall’aia, porta rivelatrice ma chiusa con un lucchetto, del quale ovviamente non si trovava la chiave. Risultava smarrita da almeno un paio di anni, nel caso in cui fosse per altro mai esistita, da quando un signore anziano che gestiva l’aia ed il verde della casa era venuto a mancare, portando con se anche la conoscenza ed i segreti di quel posto. Il flebile tentativo di trovare la chiave in un cassetto con almeno altre 50 chiavi risulta vincente, e la porta si apre. Ci appare subito una parte meccanica gocciolante, e davanti a noi si rivela un ambiente umido. Potrete immaginare il nostro sospiro di sollievo. Ci affacciamo dentro al pozzo e scorgiamo l’acqua, tanta acqua, acqua in superficie, che si vede, che si potrebbe anche toccare, così tanta acqua fresca e ben conservata che fa venir voglia di farci un tuffo. Ed un sistema già creato di tubi e pompe che si dirige proprio verso l’appezzamento dell’Orto e che con qualche intervento garantirà l’uso dell’acqua.  Le menti splendide delle persone potenti che collaborano alla creazione dell’Orto si sono quindi messe in moto ed hanno progettato insieme l’infrastruttura idrica che meglio risponde alle necessità delle persone che lo coltiveranno, senza lasciare niente al caso, attenendosi a dati ed evidenze, esperienze e conoscenze. Questo momento di genialità idraulica è stato uno spettacolo che fortunatamente non mi sono persa, e mi sono sentita fortunata di essere stata presente, di essere tornata ad Arezzo e di aver trovato persone così impegnate e sagge.

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